Relazioni redatte da Pazienti - 2

RELAZIONI SCRITTE DA PAZIENTI, ALCUNI TERAPEUTICAMENTE CONGEDATI ALTRI ANCORA SOGGETTI QUALCHE FOLLOW-UP


Maria F. 2016: terapia dura da 15 mesi con frequenza quindicinale. La Relazione terapeutica è di percorso e la paziente è al quindicesimo mese di terapia. (problematiche ossessive)

Dal Questionario Biografico Comportamentale (R. Anchisi – adattamento della BSRC di J. Cautela e del Wolpe’s life History Questionnaire) compilato dalla paziente tra il primo incontro e il secondo.

Età 25 anni

Studi: Laureanda in Psicologia

Madre anni – occupazione: estetista

Padre anni  – occupazione: insegnante

 

Quali disturbi o problemi le fanno pensare di aver bisogno di uno Psicoterapeuta?

Per il tipo di studio intrapreso e per superare alcune paure.

 

Con quale frequenza avverte tali difficoltà?

Una volta alla settimana

 

Quali pensa che sia la causa attuale di tali disturbi?

Penso che stia venendo fuori una parte di me che non conoscevo.

 

Quali sono le sue principali paure:

morte di cari, solitudine. pedofilia, malattia

 

Quali tra questo elenco di pensieri pensa che gli appartengano:

sto per provare spavento

 

Altri eventuali pensieri negativi:

paura di essere pedofila

 

Informazioni utile per comprendere i sui problemi:

paura di far del male ai bambini ma con frequenza superficiale.


 

Relazione di percorso:


Sono arrivata da Lei più di un anno fa e ancora ricordo quel momento, ero agitatissima perché non capivo cosa mi stesse succedendo.

Quando l’ho vista e soprattutto dopo averLe parlato ho pensato subito di trovarmi nel posto giusto  e soprattutto con il terapeuta giusto, avendo anch’io a che fare con questa “folle” disciplina (essendo una psicologa). Ho portato nella sua stanza il mio sacco carico di paura, ansia e strani pensieri. In seguito ad una domanda (di sesso) fattami da un bambino che seguivo nello studio. La mia testa inizio’ a fare strani pensieri, iniziai improvvisamente a pensare di essere attratta dai bambini.. insomma credevo di essere una pedofila. Allora, cosa si fa quando si arriva con un sacco sulle spalle?! Lo si butta giu’ per togliersi il peso che esso comporta e nel mio caso lo si butta giu’ come se non facesse parte di te. Dal primo momento fino alle volte successive mi sono sempre sentita accolta e contenuta. Ci sono stati momenti positivi ma anche momenti tristi e dolorosi dove e’ stato necessario far i conti con se stessi e con quello che siamo.

Con il passare del tempo ho iniziato a capire che quel “sacco” che io tanto odiavo, non dovevo buttarlo giu’, ma prenderlo e tenerlo in mano per guardarci dentro… fino ad accorgermi che anche in quel “sacco” c’ ero io. Quella parte che io non avevo mai visto o non avevo mai voluto vedere: la mia fragilita’, la mia insicurezza, il mio senso di amabilita’. Ed e’ proprio quest’ultimo che e’ emerso dalla mia tanta temuta paura… il timore di non essere socialmente amabile, il timore di essere una persona cattiva… un timore che caratterizza la dinamica ossessiva, quella dinamica che purtroppo mi caratterizza e che fa parte della grande categoria dei disturbi ossessivi-compulsivi (DOC). I pensieri che purtroppo sopraggiungevano erano intrusivi e di conseguenza, come lascia intuire il termine, fastidiosi e quindi inaccettabili. Ma purtroppo quello che mi succedeva, era di credere ai miei disgustosi pensieri, per cui venivo presa da forte ansia e agitazione. Ma purtroppo questo e’ il grosso secondo errore che commette l’ ossessivo, ovvero credere che cio’ che pensa corrisponda a realtà. Prima di iniziare la terapia credevo che la giusta cosa da fare, fosse allontanare (mentalmente)  tutto ciò che mi faceva stare male, cercando di scacciare via tutti i terribili pensieri, ma invece non capivo che era l’errore più grande che commettevo, perché più li cacciavo e più ritornavano e mi si ritorcevano contro, come un boomerang.

Non capivo che la cosa più giusta da fare era invece “accogliere” tutto quello che mi faceva soffrire e quindi accettare quei pensieri… leggerli nella mia mente come titoli di coda di un film. (e che di noi legge i titoli di coda di un film?!), penso quasi nessuno e quando lo si fa avviene senza darci peso e quindi importanza, ed e’ proprio questo meccanismo che deve avvenire con i pensieri intrusivi. Quando faccio e riuscivo a fare questo, riuscivo ad essere serena e tranquilla, ma quando cio’ non accadeva mi lasciavo travolgere da tutto il carico emotivo che tali pensieri comportavano. E’ con Lei che ho capito che quel contenuto dei miei pensieri intrusivi, ovvero la pedofilia, non era altro che un contenuto a caso, ma che per me era il più disgustoso in assoluto, perché lontanissimo dalla mia scala morale e perché ovviamente intaccava l’immagine che io ho di me.

Con Lei ho accettato ancora di più l’idea che non esiste la perfezione. Con Lei sto imparando ad accettare i miei limiti, con lei ho imparato a vedermi in tutte le mie sfaccettature, quando sono triste, arrabbiata, malinconica… insomma ho imparato a vivere tutte le mie emozioni. Prima non riuscivo a vedere che una persona solare e quando non rispecchiavo questo schema non mi riconoscevo. Ad oggi le posso dire che sto molto meglio perché sono riuscita a dare un “nome” al mio malessere ma soprattutto a capire che io non sono il mio malessere.

Tempo fa, lei mi chiese chi ero e ricordo di non essere riuscita a risponderle; purtroppo ancora oggi non riesco a darle una definizione ben precisa. Quello che posso dirle è che quando sono arrivata da lei mi sentivo come intrappolata in una gabbia, ad oggi Le posso dire che io da quella gabbia sono uscita ma non mi ci sento ancora lontanissima. Mi ci vedo fuori ma al suo lato ancora a causa dell’ ancora ma saltuaria intrusività di qualche pensiero; (la pedofilia), è cambiato e questo a dimostrazione della loro ovvia inconsistenza e aleatorietà; Adesso hanno altre forme e colori ma gestibili diversamente, grazie a Lei. Quindi, a causa di qualche inaspettata compagnia, non mi sento ancora del tutto libera ma credo che la strada per esserlo non sia lontana.

In un incontro, mi disse che mi vedeva come una ragazzina che  corre in un prato per prendere le delle farfalle, ecco…credo che sia questa l’ immagine che rappresenterà al più presto la mia libertà. 

  

 Relazione finale 2016: Anna (ansia)

Ho 44 anni e sono una casalinga. Sono cresciuta in una famiglia numerosa,ho un marito e due figli che amo da morire e a cui ho dedicato ogni singolo secondo negli ultimi vent' anni.

Fino a un anno fa pensavo che la mia vita non poteva essere più perfetta ma, all'improvviso tutto è cambiato e un malessere soffocante di cui non conoscevo la natura, ha letteralmente annientato ogni mia convinzione. Ho incominciato a sentirmi confusa ,ogni giorno sempre più triste, vuota, sola, inutile, paranoica e depressa.                                                        

Niente riusciva a tirarmi su di morale e per me la colpa di tutto quel malessere era degli altri.

L'assenza di mio marito,la lontananza dei miei figli, il non essere compresa da mia mamma, l'invadenza di mia cognata una operazione di rinoplastica sbagliata, tutto questo               diventava ogni giorno motivo di litigio con tutti.                                           

Ho toccato il fondo qualche mese fa ,quando una mattina guardandomi allo specchio mi sono accorta di vedere il vuoto,così sono salita sul davanzale della finestra per far sì che quel vuoto mi inghiottisse definitivamente.

 A fermare quel gesto è stata la visita improvvisa di mia sorella,la quale,avendo capito che qualcosa non andava ,mi ha consigliato di parlare con mio marito e di rivolgerci ad uno specialista,per capire l origine del mio malessere.

Ho iniziato la terapia con il dottor Mazzani,dapprima ci sono stata con un po' di diffidenza perché pensavo "se non mi capisco io che mi conosco,come fa un estraneo a capirmi ?".                                                                                                              Grazie a lui invece,ho visto la realtà sotto un altra luce,mi ha insegnato a valutare le cose in modo diverso guardandole non solo dal mio punto di vista ma da più prospettive.       

Grazie a lui ho capito che non sono gli altri la causa del mio malessere ma io stessa.Per anni ho vissuto la mia vita a cercare di accontentare tutti,spesso rinunciando a cose che desideravo fare,mi sono resa sempre disponibile,paziente e tollerante,anche con le persone più invadenti,pur di non rovinare il mio rapporto con gli altri.Per anni ho recitato il ruolo della figlia,della mamma,della sorella e dell'amica perfetta,annullando totalmente me stessa.Tutto questo mi si è con il tempo ritorto contro facendomi sentire psicologicamente legata e soffocata.Incontro dopo incontro con il dottore ho incominciato a sciogliere tutti quei nodi che mi imprigionavano la mente e mi rendevano cieca davanti a quella che era la vera realtà e non quella che vedevo.Ho incominciato a ritrovare me stessa,a capire quella che sono e quella che voglio essere.Ho imparato ad essere più sicura e ad imporre anche la mia opinione,faccio valere di più i miei diritti e non solo i doveri come individuo e ho capito che riprendere in mano la mia vita è un dovere che devo a me stessa.

 

 1°Relazione di percorso giugno 2015 di Carlo (ansia generalizzata)

Mi sono rivolto allo psicoterapeuta dopo che nel periodo estivo del 2015 andai incontro ad un vero e proprio esaurimento nervoso per via del troppo studio, una vera devastazione fisica e mentale.

Congiuntamente a ciò affioravano tutta la mia insicurezza, bassa autostima, difficoltà nell’affrontare i rapporti interpersonali che da sempre avevo represso e nascosto dietro la maschera del bravo ragazzo nello studio e sicuro con gli amici e sempre al top. In quel periodo l’ansia era così tanta che sfociava in ogni sorta di somatizzazione e alterazione del pensiero. Pensavo infatti di avere ogni malattia possibile e immaginaria e riuscivo a stento a mangiare.

Mi recai dapprima dal neurologo il quale mi prescrisse gli ansiolitici. Questi ebbero dapprima un effetto sedativo ma alla lunga mi stavano solo intorpidendo nascondendo sotto il tappeto le mie reali paure. Fu così che decisi di rivolgermi ad uno psicoterapeuta.

All’inizio Maurizio Dr. Mazzani mi ha insegnato a pensare diversamente, a rompere le catene delle mie costruzioni mentali rigide e disfunzionali. Insieme abbiamo ricostruito le origini della mia ansia e insicurezza, complici anche una madre troppo severa ed un padre iperprotettivo.

Fin dalle elementari sono sempre andato bene a scuola e ho sempre ricevuto ammirazione e plauso da parte dei miei genitori, amici e parenti. Ebbene con il passare del tempo mi ero identificato completamente come una persona che non poteva non andare benissimo, doveva sempre essere al di sopra delle proprie capacità.

La mia vita era così tanto asservita allo studio che non mi ero accorto che oramai stavo viaggiando ben oltre i miei standard ed infatti, purtroppo e per fortuna, sono caduto portando alla luce del sole tutti i miei problemi nascosti da una vita.

E' stata una rivelazione iniziare a pensare con un’ottica diversa iniziando a razionalizzare che quello che stavo perseguendo con gli studi era ben al di là delle mie capacità ma soprattutto come avevo visto era deleterio per la mia salute.

All’inizio non è stato per niente facile soprattutto quando sei già strutturato con quella mentalità da 20 anni. Ho iniziato a fare miei col tempo alcuni concetti fondamentali , invero quello di togliermi dalla continua competizione e pensare che in un percorso così individuale come quello universitario dar adito a tali costruzioni non può che portare ansia. Ho imparato pian piano a liberarmi da tali idee iniziando a vivere il mio percorso universitario e di vita e soprattutto a non dare a tanto peso ai giudizi degli altri che tanto mi paralizzavano; ho imparato che  come gli altri giudicano anche noi possiamo essere  giudici degli altri.

Una volta capito e razionalizzato da dove venisse il disturbo e aver capito come pensare concettualmente c’è stata la parte più difficile, cioè applicare i concetti nella vita quotidiana , nelle relazioni interpersonali, essendo la mia essenzialmente un’ansia sociale. Infatti un conto è stato capire come pensare concettualmente e un altro è aver fatto i conti con le emozioni che emergono quando ci troviamo di fronte alle situazioni che dobbiamo affrontare. Avevo paura perché essendomi sempre presentato agli altri come il frutto del mio lavoro se non avessi reso tanto l’autostima calava e le insicurezze raffioravano.

Anche le tante sfaccettature caratteriali che le persone potevano presentare ad esempio l’invadenza , le persone più inclini al pettegolezzo mi davano fastidio e mi portavano in uno stato d’ansia contornata da una paura di svenire che come ho capito era solo paura di apparire debole o inadeguato.

Man mano che ho cominciato ad applicare i consigli terapeutici ho cominciato a studiare in modo diligente seguendo i miei ritmi e soprattutto dando anche spazio per esaltare la mia personalità dedicando più tempo al tempo libero e agli amici, una volta considerati solo una fonte di distrazione forzata tra un esame e un altro o peggio ancora a volte per convenzione sociale.

Ho cominciato a risvegliare la mia personalità, sopita nelle pura passività con gli altri sempre per non dispiacerli o andare contro di loro , iniziando finalmente a dire ciò che penso realmente senza la paura di perdere qualcuno. Infatti come prima ero sempre teso ad ottenere l’approvazione di tutti sono oggi consapevole che ci sono alcune persone a cui non potrei andare a genio.

Ho cominciato ad andare controcorrente mettendo a nudo le mie debolezze e pian piano tra alti e bassi sono notevolmente migliorato. Certo capita qualche volta di avere un poco d’ansia ma oramai la consapevolezza acquisita in terapia mi dà la capacità di analizzare da dove essa viene  e mi ha dato gli strumenti per affrontarla.

Posso solo dire oggi di sentirmi più libero  e intraprendente, libero da quelle quelle costruzioni errate e spero di migliorare ogni giorno di più.

 

2° relazione di percorso maggio 2016 di 
Carlo (ansia generalizzata)

Scrivo oramai a distanza di 5 mesi dalla prima volta e molte cose sono cambiate decisamente in positivo. Finalmente oggi posso dire di vivere una vita radicalmente diversa. Per fortuna sto continuando a studiare e a frequentare assiduamente l’università, cosa non proprio scontata dato il crollo fisico e mentale che ebbi nell’estate nel 2015,ma posso dire che ora lo sto facendo in un’ottica completamente nuova. Sono maturato molto, sto studiando finalmente per me stesso e non per altri motivi  che non siano rendere orgogliosi genitori e parenti e nemmeno per una mera competizione con gli altri.

Ho accettato i miei limiti e oggi mi sento inserito in un percorso di studio universitario squisitamente intimo e personale, prima invece sempre raffrontato agli altri e sempre teso a dar di me  l’immagine forte e sempre al di sopra delle proprie capacità. Tutto ciò mi ha donato un senso di benessere inestimabile che prima purtroppo non provavo perché sempre pronto a battere i miei limiti e a travalicare le mie energie mentali.

Sto iniziando a dedicare  più tempo per il mio benessere mentale e soprattutto ad essere più elastico mentalmente; se prima vivevo come un’ossessione laurearmi per tempo e stare sempre in regola con gli esami, ora non disdegno affatto l’idea di potermi laureare dopo ma sapendo coniugare studio e attività sportive e soprattutto studiando nel solco dei miei limiti  e quindi non affaticandomi mentalmente.

Con i miei amici non è più tutto complicato come una volta;  se penso che prima mi veniva addirittura quasi un senso si svenimento quando ero sotto pressione, i passi in avanti sono stati enormi. Ora riesco a gestire le relazioni interpersonali con una sicurezza a me prima sconosciuta. Mi sono tolto molte soddisfazioni dichiarando finalmente ciò che penso ad amici o presunti tali ai quali prima spesso solo annuivo per non andare loro contro.

Ad oggi ci sono  varie  persone a cui non vado a genio, con cui a volte ho litigato anche animatamente a voler dire anche  che sto iniziando a dire anche la mia! Dacchè non riuscivo a tenere testa alle persone invadenti e maldicenti ora li riesco addirittura anche a zittire quando serve e a non farmi imporre la loro personalità in modo passivo.

Ho imparato finalmente ad ascoltare pettegolezzi e giudizi altrui su di me senza andare nel panico e ad arrovellarmi il cervello per quello che ne sarebbe scaturito della mia immagine personale.

Ho imparato a lasciarmi scorrere addosso questi giudizi che nella maggior parte dei casi rappresentano solo cattiverie gratuite e a non sentirmi sempre sotto osservazione; questo defilarmi da questa centralità fittizia che mi ero creato attorno, senza dover provare continuamente ansia per il fatto che dovevo sempre dimostrare qualcosa, mi ha fatto sentire decisamente meglio.

Capita che in qualche giorno mi senta più stressato e ricompaia ad esempio un po’ di respiro corto e di ansia ma oramai c’è la consapevolezza del fatto che questi fenomeni sono del tutto transitori.

Soprattutto ho le carte in tavola per affrontarle  e non farmi sopraffare. Mi sento molto maturato mentalmente e pronto ad affrontare nuove sfide; l’aiuto psicologico è stato fondamentale nel tempo per mutare pian piano i miei schemi di pensiero rigidi e disfunzionali ed essere la nuova persona che sono oggi e che spero continuerò ad essere.



RELAZIONE DI PERCORSO: Benedetto (ansia)

 

Il mio calvario inizia nel periodo Ottobre/ Novembre 2014 dopo una serie di esami medici dai quali si evidenziarono un lieve scompenso del colesterolo e un alterazione degli esami del fegato.


Su consiglio del medico eseguii una ecografia dell’addome e su ulteriore consiglio medico una successiva risonanza magnetica dalle quale non si evinse alcuna complicanza. Da quel momento in avanti ho iniziato ad avvertire scompensi pressori con valori della pressione a volte alti tanto da dover ricorrere al pronto soccorso. Dopo due controlli cardiologici non è stato diagnosticato alcune problematica di tipo fisiologica ma da quel momento ho smesso di condurre le mie normali attività di tipo lavorativo sportivo e sociali.


È iniziato un vero e proprio calvario con frequenti attacchi di panico, tachicardia, sudorazione e chi più ne ha più ne metta. L’apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa è diventato parte di me tanto da portarlo al mare, in montagna ovunque insomma.


In un primo momento mi sono rivolto ad uno psicologo che dopo ho capito avere un approccio del tipo farmacologico che mi ha consigliato di ricorrere ai classici ansiolitici oltre ad incontri con cadenza bisettimanale. Il percorso è durato circa un anno ma con scarsi risultati tanto che ho dovuto ricorrere altrove per cercare di prendere in mano la mia vita.


Tramite alcune conoscenze di mia madre sono arrivato un giorno allo studio del dott. Mazzani e dopo un primo incontro conoscitivo abbiamo iniziato insieme ad arrivare in fondo alle mie problematiche.


Ho iniziato con l’approccio cognitivo comportamentale innanzitutto ad eliminare i farmaci e a trovare la radice del mio propblema. Ho iniziato ad indagare sulla mia infanzia cercando di capire come mai la mia mente ragiona in un certo modo. Ho capito senza colpevolizzare nessuno che il mix di educazione dato da una madre iperprotettiva e un padre severo e a volte assente ha generato in me insicurezza, ansia e paure.


Ho iniziato pian piano a ricostruire il mio modo di pensare valutando la possibilità che l’ansia e il panico sono generati da un qualcosa che non esiste se non nella mia mente e che la consapevolezza di tale pensiero può aiutarmi a superare questo blocco che mi incatena.


Oltre a iniziare a gestire queste mie paure ho raggiunto secondo me un traguardo molto più importante….ho imparato a conoscermi maggiormente, a capire i miei limiti e le mie doti e grazie a tutto ciò ho iniziato a capire meglio gli altri. Questa cosa ha migliorato di gran lunga i rapporti talvolta conflittuali con gli altri e la rappresentazione di me agli occhi degli altri.


Oggi mi sento più consapevole di quello che sono e dei miei mezzi e sicuramente ho meno paura di affrontare il mondo e la società nelle questioni sentimentali, sociali e lavorative.


Mi sento più amabile, più capace in tutte le cose…..

Sto iniziando inoltre a cambiare il rapporto con i miei genitori cercando di allontanare mia madre dalla mia sfera personale e con mio padre con il quale cerco di avere un rapporto più alla pari.


Inoltre lo sfigmanometro (il mio amico apparecchio per la misurazione della pressione) l’ho messo nel cassetto e lo utilizzo molto meno rispetto a prima.

 

Concludo dicendo che oggi a pochi mesi dall’inizio di questo percorso ho maggiore consapevolezza di quello che sono e di quello che posso dare agli altri .…non nascondo però che a volte comunque la debolezza in alcune situazioni particolari viene fuori. Spero però che vada sempre meglio mettendomi sempre più in gioco acquisendo quelle esperienze che per un motivo o per un altro non ho avuto la possibilità di fare…..

 



 



1° Relazione di percorso maggio 2016: Andrea (ansia - anginofobia)

Ho iniziato la terapia nel settembre 2015, per via di un disturbo d'ansia manifestatosi a fine 2010 circa, accompagnato da saltuari episodi di attacchi di panico.

Per molto tempo ho cercato di capire da dove venisse il mio problema. Mi sentivo inadeguato in qualsiasi situazione mi trovassi, finchè era diventato ingestibile persino andare a fare la spesa. A quel punto mi sono rivolto ad uno psichiatra che, insieme ad un supposrto psicologico, senza indugio mi ha prescritto una terapia farmacologica a base di Cipralex. Ero rinato, ma appena sospeso tale farmaco, ero rapidamente ripiombato nei miei problemi.

Quando mi sono rivolto al dott. Mazzani, mi trovavo in un momento relativamente buono, ma sentivo di dover comprendere una volta per tutte come sconfiggere l'ansia e soprattutto da cosa fosse causata.

Avevo già affrontato alcuni cicli di psicoterapia, senza però aver mai ottenuto risultati apprezzabili. Avevo la convinzione di essere “impenetrabile” alla terapia psicologica, fino a credere che l'unica soluzione (per esperienza) fosse ricorrere ai farmaci. Invece nel dott. Mazzani ho trovato un approccio nuovo, incisivo. I primi mesi non hanno fatto grossa differenza in me, ma poco a poco ho iniziato a modificare i miei pensieri disfunzionali e sto cominciando a razionalizzarli. Ho capito che la mia ansia deriva da un eccessivo perfezionismo, sia nell'estetica che per quanto riguarda le varie performance a cui mi sottoponevo.

Il senso di pericolo/minaccia dato dai miei pensieri, ora è assai minore; anzi, quando avverto uno stato ansioso tendo ad accettarlo, non mi provoca più particolare disagio, so che nell'arco di poco tempo passer. Non ho ancora risolto i problemi legati all'ansia, in particolare la difficoltà nella deglutizione (anginofobia), ma c'è un aspetto che il percorso terapeutico ha migliorato: l'umore.

Altro aspetto importante è che nelle rare occasioni in cui si manifesta un picco d'ansia particolarmente elevato, questo non mi lascia strascichi negativi, riesco a lasciarmelo alle spalle come semplice "episodio"                                                                



2° Relazione di percorso settembre 2016: Andrea (ansia - anginofobia)

A distanza di 6 mesi posso dire di sentirmi più equilibrato.

Nel mezzo c'è stato l'abbandono da parte della mia fidanzata, che mi ha colpito molto, soprattutto perchè lei ha fatto leva sulle mie momentanee debolezze, causate dalla mia condizione ansiosa. Inizialmente credevo e temevo che avrei subito un duro contraccolpo psicologico in termini di depressione e attacchi di panico, invece in questi 6 mesi non ho avuto episodi di questo tipo. Ovviamente l'umore non è stato dei migliori, tuttavia questo abbandono mi ha permesso di guardare a nuovi obiettivi, che forse prima non avrei valutato. Proprio questi fanno in modo che il mio tono umorale non sia negativo.

Di tanto in tanto accuso ancora qualche episodio di ansia, ma credo sia comunque dovuto al classico andamento oscillatorio che caratterizza questo disturbo                                                       



Relazione finale dicembre 2016: Andrea (ansia - anginofobia)

Ad oggi, dopo 1 anno e 3 mesi dall'inizio della terapia, posso affermare di aver fatto concreti passi in avanti soprattutto nell'accettazione del mio “disturbo”, e soprattutto nell'accettazione di me stesso, della mia persona. Sto abbandonando sempre di più il modello perfezionistico a cui facevo riferimento e a cui avevo abituato chi mi circondava.

Non ho risolto del tutto le problematiche ansiose, a volte si presentano ancora episodi di questo genere, ma l'aspetto importante è che non sono mai di intensità preoccupante, bensì sporadici e gestibili.

Nei mesi passati, dopo alcune ricerche effettuate per motivazioni personali, ho scoperto che buona parte dei miei malesseri potrebbero essere stati causati dalla sospensione del farmaco che ho assunto per circa 2 anni e che, perciò, sconsiglio fortemente a chiunque.

Ad ogni modo, ora senz'altro mi sento più sicuro di me stesso, del mio valore, soprattutto nel confronto con gli altri. Il senso di inaduegatezza e di “inferiorità” che avvertivo rispetto ad altre persone, ora è decisamente affievolito.

Nel mio caso, dopo aver sofferto molto, ho capito che l'”abbandono” da parte della mia ragazza ha giovato alla mia salute psico-fisica, in quanto lei, pur non volendolo, mi sottoponeva ad un notevole stress al fine di soddisfare alcune caratteristiche che non facevano parte della mia natura. Probabilmente non è un caso che dopo l'accettazione di tale separazione, diverse problematiche ansiose sono andate migliorando quasi automaticamente. Pertanto questa esperienza mi ha senza dubbio rafforzato.

Altro aspetto rilevante è che in un certo senso mi sento più lucido, reattivo, maggiormente disposto ad inserirmi in contesti sociali, proprio per i motivi sopra elencati.

Per finire, come diretta conseguenza, anche l'umore è tornato a salire su buoni livelli.

In poche parole, sto riprendendo in mano la mia vita.

Una mia paziente che era affetta da problemi d’ansia, racconta del suo percorso di Psicoterapia ormai giunto al termine. Relazione finale redatta a conclusione percorso. Maggio 2018 E mi ritrovo qua, dall’altra parte. Dalla parte di chi ha imparato ciò che poteva e che scrive, a chi comincia questo percorso proprio adesso, a chi è già a metà strada, o forse semplicemente a qualche curioso della materia che si sarà trovato per caso ad imbattersi nelle mie parole. Ad ogni modo vorrei poter lasciare qualcosa ai miei lettori, magari semplici massime di vita ma che possano essere da spunto a nuove riflessioni. Mi ricordo io stessa, esattamente un anno fa, a leggere e rileggere i commenti lasciati su questo blog da pazienti del Dottor Mazzani che avevano concluso o quasi la terapia. Quanta invidia provavo (sbagliando, ma era un mio limite) nel vedere gli altri aver raggiunto il successo,la guarigione (e bene si, mi sentivo malata), mentre tu sei su un letto ormai da ore, in preda alla solita e costante crisi d’ansia. Non credevo in quei momenti di potercela fare onestamente, non credevo avessi la capacità di acquisire tutti gli strumenti che il dottor Mazzani aveva da insegnarmi e così di riuscire in un percorso cognitivo comportamentale. Però ho sempre, con umiltà, e nonostante la paura di non farcela, lasciato campo libero al mio dottore. Non gli ho mai opposto resistenza, gli ho concesso di entrare nei miei problemi,di smontarmi, di lasciar cadere tutte le mie stampelle. Non l’ho mai odiato per questo, mi sono completamente affidata e ho sempre creduto alle sue parole, accolto i suoi ammonimenti e considerato più di un semplice psicologo, ma come un amico che ti vuole bene e vuole il tuo bene. E ho atteso… Atteso arrivasse il mio giorno e in quel giorno una lampadina mi si è accesa e da li ho finalmente messo in pratica quanto mi veniva detto. Il meccanismo che sapientemente il Dottor Mazzani aveva costruito dentro di me si è attivato e ha cominciato a girare. Un anno, un anno di continue oscillazioni (perché si sa, i disturbi di ansia seguono un moto oscillatorio), un anno carico, pesante, ma di grande soddisfazione finale. Ad oggi non ho scoperto una nuova me. Non esiste una nuova Tracy. Sono semplicemente me stessa, con una struttura più complessa che mi permette di reggermi in piedi quando posso e di rialzarmi dopo una caduta. Ad oggi conosco gli strumenti che mi aiutano ad abbassare i livelli di ansia (perché l’ansia rimane, piccolissima… A volte leggermente più grande, ma é mia amica, mi avvisa quando qualcosa dentro di me non va). Continuo ad imparare ogni giorno schemi mentali nuovi che posso applicare. Ho capito che è dal dolore che proviene il cambiamento, quello vero, quello permanente e che, seppur lacerante, é stato la mia salvezza. Avrei condotto una vita infelice, una vita all’insegna dello stress e di un’ansia latente che non sapevo gestire. Oggi mi conosco, accetto i miei limiti e il mio essere umano e sono felice, meno emozionabile e i problemi della vita mi perturbano meno. Perché? Perché li prevedo e questo mi rende pronta ad affrontarli. Un aspetto negativo (che poi tanto negativo non è) é che ad oggi mi risulta difficile trovare una persona che possa starmi accanto “per la vita” perché inevitabilmente chi conclude un percorso cognitivo comportamentale, chi ha imparato dal dottor Mazzani il giusto modo di pensare, ha acquisito delle conoscenze che lo rendono più complesso,più strutturato (e forse anche più presuntuoso, ma ahimè si accetta anche questo). Nasce una sensibilità nuova, quella di saper cogliere da subito negli altri le stesse problematiche che erano presenti in te prima della terapia. Questo però non ci legittima a invadere gli spazi altrui facendo psicologia a destra e a manca. Il mio psicologo mi ha insegnato che non bisogna mai smuovere l’equilibrio degli altri e che perciò dobbiamo tenerci fuori dalle loro problematiche ( a meno che non chiedano espressamente un nostro parere). Non dispendiamo consigli gratuiti a chi non può capirci. Mi sono state dette testuali parole dal dottore “Non puoi spremere un limone pensando di ottenere succo di pesca, accetta quello che hai. Avrai succo di limone”. E soprattutto non bisogna consigliare a qualcuno una terapia cognitivo comportamentale se quella persona non è giunta da sola a questa decisione. Certo, noi ne abbiamo tratto grande beneficio e certamente le nostre sono ottime intenzioni, ma non possiamo e non dobbiamo smuovere nessuna stampella (ognuno di noi si muove reggendosi su delle stampelle, più o meno salde, piu o meno sicure, ma intoccabili da chi non è un professionista), altrimenti ciò che otteniamo è, nel migliore dei casi, solo una bella litigata. Solo chi comincia un percorso pienamente consapevole che sia utile e che sia necessario riuscirà a portarlo a termine e ad apprendere. É necessaria la predisposizione. Credo infatti che ciò che abbia reso il mio percorso con il dottor Mazzani così proficuo sia stata la complicità creatasi tra paziente e dottore. La forte fiducia che nutro nel dottor mazzani è stata il motore per attivare tutti quei meccanismi mentali che mi hanno salvata da una struttura ansiosa e tendente al perfezionismo. Noi siamo come dei computer, dobbiamo capirne il funzionamento per ripulirlo da un virus. Dobbiamo imparare a conoscerci. Dobbiamo accettare il nostro essere umani, limiti annessi. Quante volte me lo sono ripetuta in un anno. La nostra mente è straordinaria, ma bisogna prestare attenzione a farla funzionare a nostro favore. E come? Beh… Lasciandoci in pace. Durante le primissime sedute il dottor Mazzani mi ripeteva sempre “lasciati in pace, si compassionevole”. Compassionevole… Ma come faccio ad essere compassionevole? “Non rimproverarti sempre, sei per te stessa un’amica antipatica”. Ad oggi direi che ero davvero una rompicoglioni con me stessa, di quelle che non la smettono di rimproverarsi neppure per un secondo. E chi lo immaginava che stavo facendomi così male? Odiavo l’ansia, la detestavo. Quella sensazione di agitazione perenne mi stava uccidendo dall’interno. Ricordo il momento esatto in cui dentro di me é scoppiata e mi è preso il panico. E così, in maniera esponenziale, l’ho fatta crescere e rinvigorire nel giro di pochissimo. Dovevo accettarla… E allora ho cominciato a fermarmi. Ho l’ansia se cammino per strada da sola? Ok, si resta a casa. Ho l’ansia a guidare la macchina? Ok, posiamo le chiavi. Fino a ritrovarmi come morta, su di un letto, incapace ormai di fare ogni cosa. Incapace perfino a dormire. Non avevo ancora capito cosa volesse dire “accettare l’ansia” o ancora peggio cosa volesse dire “lascia le tue false rassicurazioni e fai ciò che ti scatena l’ansia”. Ho cominciato a uscire di casa anche se sentivo di svenire. Semplicemente esorcizzavo. Si è vero (mi dicevo), potrei svenire… E quindi? Questo mi abbassava il livello di ansia in maniera progressiva poiché lo applicavo pian piano ad ogni cosa. E così, ogni mattina, al mio risveglio, sentivo l’ansia diminuire e io riprendevo piano piano a respirare. Potrei scrivere un libro sulla mia storia e forse un giorno lo farò, ma non potrà comunque racchiudere tutto il mio percorso e la straordinaria possibilità che il dottor Mazzani mi ha concesso. Vivere in pace con me stessa. Se mi guardo allo specchio vedo una donna piena, soddisfatta e consapevole di sé stessa. Oggi mi conosco e questo mi aiuterà ad affrontare le mie ansie, ogni volta che si presenteranno. A chi comincia adesso questo percorso, non abbiate fretta di vedere i risultati, siate pazienti e credeteci perché arriveranno. Non abbiate paura di aver paura, tutti c’hanno la fifa, ma é compreso nel nostro essere umani. Ripeto… “Non bisogna aspettare di stare bene per fare tutto, ma bisogna fare di tutto per stare bene”

Una mia paziente racconta del suo percorso di Psicoterapia. La mia relazione di percorso 16 ottobre 2017. Quando ti trovi seduta, in un corridoio bianco e sola, aspettando l’arrivo di colui che sarà il tuo psicologo nonché “stabilizzatore” per i mesi che verranno, mille pensieri ti balzano alla testa, ma ad una sola domanda riesci a dare davvero una risposta: “Sono qui perché sto male ed ho bisogno di aiuto”. Chiedere aiuto non è mai stato il mio forte, il mio comportamento e tutti gli schemi mentali rigidissimi da perfezionista, mi impedivano di chiedere aiuto perché “io non ho bisogno di nessuno, se ne avessi bisogno vorrebbe dire essere debole, e debole non posso esserlo”. Il dottor Mazzani è il mio punto di riferimento da 4 mesi a questa parte, abbiamo individuato subito la problematica di base, il tutto senza dovermi neppure sforzare a raccontare miliardi di aneddoti, il mio dottore è stato capace di cogliere subito il punto della questione. Questi lunghi 4 mesi mi hanno segnata profondamente, ma le parole del dottore mi risuonano nella testa ogni volta che occorre e lentamente sto riconoscendo i miei limiti ed accettando la mia ansia. “Accetta il tuo essere umano”, non so quante volte me lo sono ripetuta e quanto tempo ho impiegato e sto impiegando ancora per accettarlo davvero. Il primo mese di terapia è stato certamente il più complicato fino ad ora. Quando si è agitati a tal punto da perdere completamente il sonno e la fame è difficile seguire la terapia, nonostante il dottor Mazzani sia stato sempre disponibile nei momenti di ansia più acuti per rassicurarmi. Non mi ha mai abbandonata. Dopo svariate notti insonni quindi e un perenne senso di angoscia sono ricorsa ad una cura farmacologica. Purtroppo ero entrata in un loop, avevo l’ansia di avere l’ansia, ma il punto è che l’ansia è una emozione e debellarla completamente non sarebbe mai stato possibile. Quando gli ansiolitici e l’antidepressivo hanno cominciato a calmarmi ho potuto finalmente capire davvero le parole del mio dottore, andare CONTROTENDENZA, fare le cose che ti mettono ansia e debellare le dipendenze che ti danno una finta rassicurazione. È stata questa la chiave di svolta, quel controtendenza che mi risuonava nella mente. Ho l’ansia, ma devo muovermi, devo fare qualcosa, qualcosa che possa farmi del bene. Ho deciso di chiudere una storia durata 4 anni perché quella rientrava nelle dipendenze che credevo mi desse rassicurazione e perché fonte di disagio da sempre. È paradossale ma vero, nel momento in cui mi sentivo più fragile ho trovato la forza di fare un passo che prima non avrei avuto il coraggio di fare, questo perché dovevo VOLERMI BENE e in quella storia avevo ricevuto ben poco e dato fin troppo. Altra parolina chiave dunque, volersi bene. Come si fa concretamente a volersi bene? Ho cominciato dalle cose più banali, “andiamoci a comprare un gelato, un bracciale, un bel paio di orecchini”, fino ad arrivare ad oggi a riprendere a suonare e cantare nel coro (che avevo lasciato ancora prima di stare male) e seguire corsi all’università e di ballo. Sembreranno stupidate queste, ma rispetto a come sopravvivevo nel mese di luglio, sono tutte delle grandi conquiste. Oggi dopo 4 mesi posso dire di essere capace di rassicurarmi, di gestire meglio le mie emozioni, nonostante questo percorso sia oscillatorio e momenti di ansia siano ancora presenti, ma sempre di minore intensità e di minore durata. La cura farmacologica è già in diminuzione e la terapia con il dottor Mazzani procede bene a tal punto da sentirmi dire che non soffro più di Ansia Depressiva, questa per me è una prima grande vittoria. Naturalmente ho ancora altri strumenti da fare miei e sto imparando ad essere paziente e compassionevole con me stessa. “Non bisogna aspettare di stare bene per fare tutto,ma bisogna fare tutto per stare bene”.

Relazione di percorso terapeutico (Problemi relazionali) di Alessandra R. Novembre 2018 Partiamo dal presupposto che per me scegliere di andare in terapia è stato molto difficile, perché ci ho provato anche altre volte, ma non mi sentivo a mio agio con il mio interlocutore, ritenevo di non aver bisogno di nessuno per risolvere i miei problemi, le mie paranoie, e le mie difficoltà ad approcciarmi a varie situazioni. Ma ad un certo punto queste situazioni si sono prese in mano la mia vita e la indirizzavano dove volevano.. e io mi ritrovavo inerme e in preda a crisi di ansia, e divorata da tanta tanta rabbia… Allora decisi, mettendo da parte il mio orgoglio e la mia presunzione, di darmi un’altra possibilità di stare bene, di miglioramento e decisi di affidarmi al Dott. Mazzani, sotto consiglio di mia madre che già era stata sua paziente tempo a dietro. Con il Dottore fu un’armonia a prima vista, riuscì subito a mettermi a mio agio, e piano piano a farmi aprire ,e io mi affidai a lui con tutte le mie forze, vivendo le sue perturbazioni a tal punto da mettere in dubbio anche me stessa… Ed è proprio grazie, a lui, a queste perturbazioni cosi forti, e alla mia tenacia nel voler stare meglio… che piano piano ho ripreso in mano la mia persona. Mi sono conosciuta di nuovo, ho dato spazio al mio io, che ormai avevo dimenticato in ogni cosa della mia vita, ad iniziare dalla mia allora relazione che non mi dava benessere, perché mi metteva in un angolo a subire cose che non potevo subire, cose che non erano da me, e che per qualche grammo di affetto non ne valeva la pena di vivere la vita di un’altra persona, e alla fine ho trovato la forza di dire basta, e di provare a stare bene, come uno scatto silenzioso nel mio io più profondo, ho deciso di ricominciare da me e di non violentarmi più.. ma soprattutto di rispettarmi di più.. e di non voltarmi mai indietro. Fino al rapporto con la mia famiglia, una famiglia che vive una situazione poco gradevole con genitori separati, con avvocati e cause in atto, e con due fratelli più piccoli di me. E’ che vedeva sempre me in prima linea a cercare di risolvere i problemi di tutti, a cercar di far sentire il meno possibile a miei fratelli il peso della situazione, a cercare di sostituire mio padre e ad aiutare mia madre molte volte stanca, esausta. E stando in trincea dimenticavo di me, dei miei bisogni e alla fine anche della mia eta’, 22 anni, che dovrebbe essere un eta’ spensierata piena di divertimento, amici e amore. Grazie al dottore, mi sono resa conto che sono la sorella maggiore e non la madre, che devo esserci per loro ma non a tal punto da annientarmi e da caricarmi dei loro problemi in maniera morbosa. Che posso sostenerli, ma non posso tenerli in piedi, che non sono terminator. Ho imparato a rapportarmi diversamente con tutti, riuscendo a mettere da parte il mio essere chioccia, e il mio essere sempre in prima linea.. Ho ancora piccole difficoltà a controllare la mia rabbia, ma sono sicura che continuando con lui riuscirò a riequilibrare anche questa cosa del tutto. Grazie al dottore e alla mia completa dedizione verso di lui, sono di nuovo io, sicuramente differente dal passato, cambiata, ma sono io. E posso finalmente vivere la mia vita, mettendo me al primo posto. E’ stato un percorso difficile, ma stare bene si può, basta non mollare ed essere tenace, e non accontentarsi mai di un benessere effimero, ma ricercare quello più profondo e vero. “ Ieri ero quiete perché oggi sarò la tempesta. “

RELAZIONE DI PERCORSO REDATTA DALLA PAZIENTE ANNA LARA C. (DISTURBO D’ANSIA E INSICUREZZA SUL PROPRIO VALORE SOCIALE novembre 2019 Ho iniziato il mio percorso terapeutico circa due mesi e mezzo fa, a inizio settembre 2019. Sono stata spinta a cercare aiuto da una situazione lavorativa che mi ha causato un profondo stress, uno stato d’ansia costante (con tanto di somatizzazioni) tali da farmi sentire costretta a lavorare a qualsiasi ora del mattino, del giorno o della notte allo scopo di riuscire ad accontentare sempre il mio diretto superiore. Ciò a seguito di un grande litigio che avemmo ad agosto. Quel litigio e il sapere di aver deluso qualcuno sono stati pensieri che mi hanno tormentata e guidata nei comportamenti che ho successivamente tenuto, prima di riuscire ad elaborarli. La prima seduta terapeutica è stata sostanzialmente conoscitiva, io ho raccontato cosa mi avesse portato lì e subito il dott. Mazzani mi ha spiegato come sarebbe stato il suo approccio, ossia che mi avrebbe aiutato a trovare gli strumenti necessari per una “guarigione” ma che poi avrei dovuto essere io a metterla in atto. Mi è stato subito chiarito che sarebbe stato un percorso alla ricerca di me stessa; un’affermazione che sul momento mi ha spiazzata, ritenendo di conoscermi già. Ovviamente così non era. Nel corso delle sedute abbiamo inizialmente scavato nella mia infanzia, per trovare la fonte della mia necessità di non dover deludere nessuno e di non dire mai di no. Abbiamo riscontrato in un modello educativo piuttosto particolare l’origine di un pensiero del tipo “perché io riceva amore o affetto devo fare ciò che mi viene richiesto”, pensiero che ho incanalato nel mio carattere e che mi ha spinto a ricercare apprezzamento da chiunque abbia incontrato sul mio cammino. Realizzo a posteriori che, comunque, quel carattere non era mio in quanto molto spesso modellato e ricostruito sulla base di chi avevo davanti per non fargli/le avere una brutta impressione di me (soprattutto in situazioni in cui mi percepivo in un gradino più basso sulla scala di potere: con i professori, i capi di lavoro, i miei stessi genitori…). Ho, quindi, recentemente scoperto e capito come questo atteggiamento abbia nel tempo annientato la mia autostima. E’ stato allora assolutamente necessario cambiare i miei schemi mentali, infantili e disfunzionali, e poi i miei modi di fare. In questo la terapia è stata un grandissimo aiuto. Dal momento in cui l’ho iniziata sono riuscita a fare cose, anche piccole, che prima mi sembravano insormontabili. Ho scoperto che dare una propria opinione, dire di no, deludere qualcuno sono tutte cose che si possono effettivamente fare e, soprattutto, che, se le si fa, non succede niente. Ogni piccolo passo che ho fatto in questa direzione ha reso più semplice muovere il passo successivo, proprio perché, come mi è stato fatto ben comprendere, ognuno di questi passi ha contribuito ad alzare un pochino la mia autostima, ad attuare una concreta crescita personale e a farmi stare meglio con me stessa. In ultima analisi, ho iniziato questo percorso per imparare a gestire l’ansia, a sentirmi più sicura e a dire di no. Fino a questo momento, sento di essere ogni giorno più vicina agli obiettivi, di stare cioè trasformando la mia indole assai passiva in una più assertiva. Tuttavia, non sento di aver pienamente raggiunto la meta (infatti il percorso non ha ancora raggiunto il termine, anche se sento di esserci molto vicina), poiché è rimasta in me una paura residua di ripetere errori già commessi, pur essendomi stato spiegato che questo difficilmente potrà accadere!

UNA PAZIENTE, “FINITA” LA TERAPIA, MI SCRIVE ALCUNE PAROLE… Ciao Maurizio come stai? Spero bene. È da 1 po’ che mi ero ripromessa di scriverti…. Volevo dirti che sto bene quasi al 100 % dal punto di vista psicologico 😁 sto riducendo man mano la sertralina ed entro fine Gennaio la eliminero’ totalmente…. Non assumo più le en gocce tranne che in rari casi… Anche se la mia amica ansia non mi ha ancora abbandonato e quindi conviviamo tranquillamente. L’unico cruccio è il mio dolore al braccio che è riesploso forte più ke mai e quindi sto continuando il lunedì ed il mercoledì a fare terapia anke se fortunatamente da ieri sto iniziando ad avere, dopo 13 sedute, dei benefici. Nonostante questo la vita ha ripreso a sorridermi ( ma probabilmente sono io che ora riesco a vedere il suo sorriso) e riesco a vederne di nuovo (finalmente!!!) i colori e le sfumature🥰. Devo sicuramente lavorare ancora molto su di me per rafforzare e plasmare la famosa struttura cognitiva di cui mi hai tanto parlato ma sono sicura che con il tempo e tanta tanta forza di volontà grazie anke ai tuoi insegnamenti ci riuscirò! Volevo ringraziarti dal profondo del cuore per il tuo grande supporto e congratularmi con te per la NOSTRA VITTORIA! È proprio vero quello che si legge su internet…. 6 1 Dottore speciale che fa il suo lavoro con dedizione ed amore e questo i pazienti lo avvertono oltre ad essere brillante e simpatico con le tue battute “British”. Grazie perché mi hai fornito tutti gli strumenti x vincere questa battaglia da cui credevo di uscire sconfitta. Grazie perché hai saputo darmi la smossa di cui avevo bisogno. Conto di passare da te appena termino le terapie per ringraziarti di persona. Ti auguro dal profondo del cuore 1 sereno Natale (anche se 6 agnostico gli auguri nn fanno mai male 😂) Grazie ancora Ci vediamo presto Con affetto e profonda stima Eliana S. PS Ho scritto tutto di getto non lo rileggo ne correggo perché desidero che il messaggio ti arrivi così com’è, dettato dal cuore, senza modifiche dettate dalla razionalità che rileggendo sarei portata a fare Un abbraccio

RELAZIONE DI PERCORSO REDATTA DA UN MIO PAZIENTE (disturbo ansioso-depressivo con radicali fobico-ossessive) Salve. Il mio nome è Antonio, ho 24 anni e sto svolgendo la terapia cognitivo comportamentale con il dottor Maurizio Mazzani da qualche mese poco dopo l’inizio del 2019. Il motivo per cui mi sono presentato da lui era che non stavo molto bene! Non vivevo una vita soddisfacente, ma bensì piuttosto dissacrante! E, soprattutto, sono affetto da un disturbo di lieve entità (il disturbo ansioso-depressivo con radicali fobico-ossessive)! Sono stati molti i motivi che mi hanno portato, poi, a questa situazione: nel 2011, soffrì molto di attacchi di bullismo, che, poi, mi portarono a scoprire quanto potesse amplificarsi ancor di più l’ansia e tanti altri fenomeni del cervello, che prima dell’età di 15-16 anni, non ne avevo mai avuto alcuna conoscenza! Nel 2011, qualche mese dopo l’inizio del terzo anno delle superiori in un istituto professionale nell’indirizzo della grafica pubblicitaria, dei ragazzi che erano entrati a far parte della mia classe, bocciati dallo scorso anno, si sono rivelati i peggiori bulli e, il loro bullismo, il peggiore che io abbia mai subito nella mia vita! Non ero nuovo a questi fenomeni, ma complici i miei genitori della risoluzione di alcuni momenti un po’ difficili da gestire per me, permisero che io finissi i restanti anni scolastici in pace e serenità. Fin dalle elementari, mi capitava di ritrovarmi con qualche compagno di classe maleducato, stupido ed ignaro, ovviamente, del concetto di empatia. Indi per cui, invece, io non avevo (ancor più ovvia) la capacità di poter ribattere, rispondere, farmi valere, farmi rispettare… Le qualità che un bambino non conosce! Soprattutto, se questo ha un carattere diverso da tanti altri: sensibile e con la volontà di stare tranquillo! E di sorridere, non di piangere! Come qualsiasi bambino dovrebbe stare: sorridente, non piangente! Ma il bullismo che mi devastò davvero a livello psicologico, fu proprio quello alle superiori! Non alle elementari o alle medie! Anche perché io ritengo di aver vissuto un’infanzia ed una prima adolescenza bellissime che ricordo tuttora con moltissima nostalgia. Amici ne avevo, li frequentavo! Non volevo di certo restare solo! Mi piaceva, come tuttora, divertirmi con le persone le quali avevo voglia di condividere delle proprie emozioni che rendevano, poi, i momenti delle nostre vite unici! Comunque, grazie al lavoro che sto compiendo assieme al dottor Mazzani, adesso chi mi si avvicina, e mi perdonerete la volgarità, “me lo mangio e me lo cago”! Come in una osservazione ironica, il dottore ha detto in una delle nostre recenti sedute, ripercorrendo per un attimo il mio calvario vitale dopo la ennesima dimostrazione del mio carattere imponente. Ci sarebbe molto altro che dovrei raccontare, ma voglio soffermarmi, invece, sui punti in cui sono evoluto grazie alla terapia col dottor Mazzani. Per “carattere imponente”, io intendo che adesso sono più resiliente, più maturo, più empatico, più forte; non mi ferma nessuno e niente! Comunque sia, neanche questo cazzo di coronavirus! E sono un uomo! Un uomo che ammette quando ha difficoltà! Quando ancora adesso fatica ad imporsi del raziocinio pure sulle cose più banali, se preso o dall’esasperazione, o dall’ansia o dalla frustrazione. Sono una persona migliore! Ma non che pensavo di non esserla un giorno prima di iniziare la terapia! Tra l’altro, assieme al lavoro con lui, io correlo ancora (è dal 2015 che la seguo) una terapia farmacologica, assumendo il Daparox e il Delorazepam, rispettivamente un anti-depressivo ed un ansiolitico, ma con un dosaggio bassissimo. Sono stato molto fortunato! Perché il rapporto di collaborazione con il dottor Mazzani e il mio neurologo, il dottor G. N., è subito divenuto fantastico! Si sono ritrovati subito su molti punti! Ed ora, per loro, la mia crescita, la mia evoluzione sono indiscusse! Sapete anche perché? Vi mostro un esempio: perché quando iniziai la terapia, oltre agli psico- farmaci di cui sopra, io prendevo anche l’Haldol, un anti-psicotico che mi aiutava nella rimodulazione dei pensieri. Tra l’altro (tra gli altri motivi che mi portarono ad iniziare la psico-terapia), c’era quello di tutta una serie di pensieri intrusivi che non mi lasciavano vivere tranquillo! Pensieri intrusivi di essere un deviato sessuale, di volermi suicidare, del timore di essere sporco di pipì e merda, di entrare a contatto con germi e batteri, che mi venisse qualche infarto o addirittura un tumore. Insomma, tutto un bel parterre che faceva straziare me ed anche la mia famiglia! Assieme ai miei genitori, anche mia sorella minore! Se esistesse la scatola dove poterli mettere, non dimenticherei nemmeno quella! Comunque, tornando all’Haldol, ormai è un anno che non lo prendo più! Dopo 2-3 mesi che iniziai la psico-terapia, in accordo con i due dottori, non ne ho avuto più il bisogno di assumerlo! E l’Haldol iniziai a prenderlo nel 2015! L’anno scorso era il 2019! E il mio calvario iniziò nel 2011! Fate un po’ voi i conti della mia esperienza! Tutto questo ve l’ho scritto per dirvi cosa? Che non dovete ascoltare i pregiudizi e i giudizi sprezzanti di nessuno! Col lavoro di questa terapia, ho capito che il male fondamentale che esiste in questo pianeta è proprio il pregiudizio! Sono rinato! Ho voglia assoluta di viaggiare, scoprire nuovi “micro-mondi”; se si potesse viaggiare nelle varie galassie, scoprirei anche nuovi mondi! E voi fate delle cose che sapete che vi faranno stare bene e che vi potranno aiutare! Quando sentirete che sarete costretti a farlo, sarà perché forse ne avrete bisogno! E non soffermatevi sul concetto di sicurezza, ma bensì su quello di senso! Ad esempio: se vi piace leggere gli articoli e vorreste imparare a scriverne, fatelo! Quello è il senso per cui diverrete sicuri! Non vi sentite pronti a prendere la patente? Prendete l’aereo! Tanto mica lo dovete guidare voi! E sono sicuro che, al ritorno, vorrete anche prendere la patente! Non so se esiste una patente per gli aerei, invece… Ma, intanto, prendete quella per le navicelle spaziali! E soprattutto, una volta al giorno, tutti i giorni, fatevi dei piccoli regali! Non programmateli, non andateli a cercare! Ma lasciate che arrivino! Potrà essere una camicia vista in un negozio, un sonnellino in un vostro ufficio oppure un’ottima tazza di caffè fumante! Un regalo proprio come a Natale! Io non ringrazierò mai abbastanza il dottor Mazzani per la svolta radicale che sono riuscito a dare alla mia vita; mi ha praticamente salvato da un baratro di remissione, ansia, tristezza, depressione, incertezza, insicurezza. Da cui, ho scoperto che era solo un imbuto in cui io ero caduto, ma che ho saputo addirittura risalire! E non credo che per un uomo sarebbe tanto facile risalire un imbuto! Tra le cose, poi, che direi su un palco (dove io voglio stare per il resto della mia vita), come invito ai giovani come me, di fare esperienze utili a loro, io direi (assieme, ad esempio, a “Fate sesso con chi vi fa stare bene!”): “Fate della psico-terapia!”. Perché lo direi? Perché chi ha pregiudizi, signori miei, sa anche assurdamente distruggere quell’occasione di evoluzione di una persona grazie anche alla psico-terapia! E voi non vi dovrete vergognare mai di voi stessi! Io non mi vergogno mai di me stesso! Mi vergognavo, sì, ma non era un pensiero mio! Bensì uno indotto a causa dei pregiudizi altrui! Ascoltate sempre voi stessi! Aiutatevi ad essere migliori con gli altri! Non abbiate paura di chiedere un consiglio, un parere! Ad esempio, ne volete uno mio? Scegliete le persone giuste a cui chiedere queste cose! Perché da quelle persone, a voi, non mancherà mai il loro sostegno! In ogni fottutissima cosa! Mai, mai, mai! Antonio R.

RELAZIONE DI PERCORSO REDATTA DA UNA MIA PAZIENTE CON DISTURBO D’ANSIA SU RADICALI DEPRESSIVI. Dopo 6 mesi Sono arrivata in questo studio con una grande paura di uscire di casa, di stare fuori dalla zona in cui mi sentivo al sicuro. Avevo paura di sentirmi male, di risultare ridicola agli occhi degli altri per questo e ho iniziato a chiudermi in me stessa. Inizialmente non mi ero nemmeno resa conto di ciò che mi stava succedendo, del male che mi stavo facendo e ho continuato così per mesi. L’estate scorsa ho realizzato di avere un problema e dopo aver provato ad evitarlo e poi a risolverlo da sola ho capito di aver bisogno di un aiuto. Le prime sedute sono state abbastanza devastanti perché mi “sono resa conto che la mia ansia è il risultato di tante convinzioni radicate nel mio inconscio, che mi hanno sempre accompagnato durante la crescita, che si sono ingrandite sempre di più fino a diventare troppo pesanti da portare e che mi hanno trascinato giù con loro (o forse la faccio troppo tragica). Una delle prime cose che ho imparato è stata che l’ansia è mia amica. E’ difficile crederlo, ma mai come ora mi rendo conto di quanto sia vero. E’ stata lei a farmi rendere conto di avere un problema, ad avvisarmi che stavo perdendo qualcosa di me durante il mio cammino e che non tutti i pezzi del puzzle che mi compone sono al loro posto. Allo stesso tempo, però, ho imparato che l’ansia non è sincera. E’ una paura immotivata, altrimenti tutti ce l’avrebbero come me. Essa nasce e si basa su tutte quelle convinzioni e quei pensieri che tendono ad assecondarla, senza che questi vengano analizzati in modo oggettivo o che vengano contestualizzati. Li ruba dal mio cervello e li rigira in modo da permettere loro di farla crescere dentro di me. Ma quindi da cosa nasce tutto questo? Ho realizzato di essere molto insicura, causa il rapporto con mio padre. All’inizio di questo percorso mi sentivo come se non fossi abbastanza, non mi sentivo all’altezza di ciò che la vita mi offre, non mi sentivo abbastanza forte da affrontare anche i più piccoli ostacoli. Mi sottovalutavo molto e mi sentivo un fallimento nel vivere una vita piatta come la mia. Più volte pensavo al motivo per cui vivessi e difficilmente pensavo a qualcosa a cui aggrapparmi, soprattutto quando mi ritrovavo a piangere come una fontana nel letto, a pensare a quanto facesse schifo la mia vita, al fatto che non riuscivo a vedere un futuro positivo e in cui i fossi felice. E mi sentivo anche tremendamente in colpa, perché oggettivamente la mia vita non è male e alcune persone venderebbero l’anima per avere ciò che ho io. Tutt’oggi alcuni di questi pensieri affollano la mia mente, seppur in modo meno pesante. forte da affrontare anche i più piccoli ostacoli. Mi sottovalutavo molto e mi sentivo un fallimento nel vivere una vita piatta come la mia. Più volte pensavo al motivo per cui vivessi e difficilmente pensavo a qualcosa a cui aggrapparmi, soprattutto quando mi ritrovavo a piangere come una fontana nel letto, a pensare a quanto facesse schifo la mia vita, al fatto che non riuscivo a vedere un futuro positivo e in cui i fossi felice. E mi sentivo anche tremendamente in colpa, perché oggettivamente la mia vita non è male e alcune persone venderebbero l’anima per avere ciò che ho io. Tutt’oggi alcuni di questi pensieri affollano la mia mente, seppur in modo meno pesante. Questo perché sto lavorando nell’avere più autostima, nell’apprezzarmi di più e accettare le mie particolarità. Quando mi sono resa conto che il problema era più grosso di quanto pensassi è stato difficile. Non riuscivo a cambiare i miei pensieri, a rendermi conto che quella non era la verità e i miei momenti di “down” diventavano sempre più pesanti e lungi, fino a durare settimane. Seriamente non credevo di riuscire a superare tutto e piangevo, ho pianto e piango ancora, anche se meno spesso. Ho capito però che anche le lacrime sono mie amiche e non sono per forza qualcosa di negativo o di cui vergognarsi come molti pensano. Solo un” “modo per sfogarsi, per scendere giù del tutto e poi finalmente risalire. Dopo aver pianto mi sento più felice, più serena e vorrei che tutti capissero che piangere non è una cosa così brutta, che non lo si deve temere, ma affrontarlo. Stesso discorso vale anche con la tristezza. Vorrei che entrambe fossero considerati socialmente accettabili senza darci troppo peso e senza costringere le persone a nasconderle. La vita oscilla tra tristezza e felicità e tra tutto ciò che queste due emozioni comportano, è normalissimo e tutti dovrebbero capirlo e accettarlo. Non ho ancora interiorizzato tutto ciò che ho imparato e conosciuto di me al 100%, ma ci sto lavorando e finalmente, dopo un bel po’ di mesi, posso dire di sentirmi serena e di star provando ad accettare tutti i miei alti e bassi, anche se non è facile. Quest’estate mi sento di star crescendo tanto. Non voglio farmi troppe illusioni, ma penso di essere ad un buon punto del percorso e sento che la strada per l’accettazione è ogni giorno più corta. Angelica S.

RELAZIONE DI PERCORSO DI UNA PAZIENTE AFFETTA DA DISTURDO D’ANSIA Dopo poco più di 1 anno di psicoterapia posso dire che ho imparato e sto ancora imparando tanto su me stessa, sui miei pensieri e soprattutto sulla mia ANSIA. Fino a luglio 2019 ho vissuto in un modo che credevo essere assoluto (perché conoscevo solo quello) e soprattutto giusto per me nonostante avvertissi di frequente un senso di disagio ed insoddisfazione. Una serie di eventi capitati nella mia vita negli ultimi anni mi hanno messo a dura prova (forti difficoltà a trovare lavoro, vari problemi familiari, problemi di coppia, ecc ecc) ma nonostante tutto ero convinta di gestire tutto alla perfezione. Perché? Perché riuscivo a fingere che tutto andasse bene, che quei problemi non rappresentassero un peso per me e perché credevo che in fondo rispetto ai “problemi degli altri ” i miei fossero cosa da poco (meno gravi). E intanto lo stress era diventato così pesante ed ingestibile per me che inevitabilmente “sono caduta”. A luglio 2019, quando finalmente avevo trovato un impiego, seppur temporaneo, ho iniziato ad accusare una serie di sintomi fisici in particolare giramenti di testa, confusione, nausea e chi più ne ha più ne metta. Dopo 1 settimana circa iniziai a preoccuparmi seriamente perché questi sintomi non passavano anzi li sentivo sempre più di frequente. Ed è qui che l’ansia è emersa. Io nemmeno la conoscevo, o almeno non in questo modo. Non riuscivo a capire cosa succedesse al mio corpo e avevo sempre più paura. Dopo i primi attacchi d’ansia e una nottata al pronto soccorso ignara di ciò che avevo vissuto, mi sono sottoposta ad una serie di visite mediche e di esami tra cui 2 risonanze magnetiche, speranzosa di trovare la causa del mio malessere. Ma più gli esami erano regolari più iniziavo a realizzare che forse era “soltanto ansia”. A questo pensiero stavo ancora più male: come avevo potuto permettere che una cosa del genere accadesse proprio a me?! Ero delusa da me stessa e arrabbiata, non volevo vivere quello che stavo vivendo. Ormai temevo così tanto l’ansia, che non mi abbandonava MAI, che nel giro di un mese quasi non uscivo più di casa se non strettamente necessario e non sopportavo di stare in compagnia di altre persone (per paura di sentirmi male e di essere quindi additata come quella debole). Grazie al percorso svolto con il Dott. Mazzani, ho appreso il funzionamento dell’ansia, le sue cause ed i suoi effetti su di me. Innanzitutto ho imparato che l’ansia nasce dall’insicurezza. Ebbene si… ho scoperto di essere una persona insicura, e che ho vissuto tutta la mia vita da persona insicura, nascondendo la mia sensibilità sempre, poiché la consideravo una debolezza, ed invece oggi mi piace dire di essere una persona sensibile! Questo perché ho imparato ad accettare l’ansia non solo a parole ma con i fatti, esponendomi gradualmente alle vicende quotidiane. E più l’ho accettata più l’ansia risulta essere sopportabile. Il tutto tra alti e bassi come giusto che sia. Inoltre, ho imparato che il mio modo di vedere il mondo non è assoluto ma relativo e che esistono altre prospettive più razionali da cui guardare le cose. Oggi l’ansia mi avvisa che qualcosa nei miei pensieri non va, che mi sto remando contro, e quindi con un po’ di sforzi mi rimetto in riga. Le difficoltà non sono state poche soprattutto se si è circondati da persone che non comprendono ma che ci tengono ugualmente a dire la loro. Non è facile accettare di ricominciare a vivere seguendo nuovi schemi, tutti ancora da sviluppare, e abbandonare quelli vecchi, che seppur rassicuranti, non hanno funzionato! Ci vuole coraggio e “sudore” per potersi accettare nella completezza di ciò che si è, debolezze annesse, che abbiamo TUTTI in quanto esseri umani. Una cosa è certa: anche se l’ansia farà parte della mia vita, per quanto spiacevole a volte possa essere, non sarà più l’ostacolo insormontabile che sembrava essere 1 anno fa. Ad oggi ci sto ancora lavorando ma posso dire di sentirmi un po’ più sicura di me stessa e soprattutto più consapevole delle mie capacità cognitive, cerco di non essere un giudice spietato di me stessa bensì un’amica premurosa. Farò tesoro per tutta la vita degli insegnamenti appresi dal Dott. Mazzani durante il mio percorso. Ilaria B.

RELAZIONE PERCORSO DI UN PAZIENTE AFFETTO DA DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO, E DA ASPETTI PERFEZIONISTICI Sono passati circa 4 mesi dall’inizio della terapia con il Dott.Mazzani. Ho deciso di iniziare questo percorso perché ero arrivato al punto che l’ansia aveva cominciato ad interferire con tutte le attività della mia vita quotidiana, e soprattutto con l’attività lavorativa. Prendere i mezzi di trasporto o trovarmi in luoghi pubblici erano diventati cause di continuo disagio, ansia e paura. Questa situazione è iniziata a manifestarsi in maniera più intensa durante l’università, dove iniziarono i primi attacchi d’ansia. La preoccupazione più grande era la paura di non farcela e di non essere all’altezza. Qualsiasi traguardo raggiungevo per me era solo fortuna e qualsiasi fallimento era a causa delle mie incapacità. Mi sono sempre visto come il peggiore. L’idea che mi sono fatto di me stesso negli ultimi anni è stata quella di avere una malattia: l’ansia. Secondo il mio punto di vista non avrei mai potuto combinare nulla perché sarei stato sempre bloccato dall’ansia. Per queste ragioni ho deciso di chiedere aiuto a qualcuno. Durante le prime terapie il Dott.Mazzani ha subito capito il mio problema e mi ha fatto notare che il mio tipo di problema è molto comune e non ero io ad essere la pecora nera. Andando avanti con le terapie ho iniziato a capire che noi siamo il prodotto del modo in cui ci hanno strutturato cognitivamente da piccoli attraverso l’educazione. Se durante la crescita sei portato a pensare di essere amato e apprezzato non per quello che sei ma soltanto se fai il tuo dovere, si finisce col sviluppare la paura che se non sei all’altezza non verrai mai apprezzato. Allora si cercherà di essere sempre perfetti, confrontandosi solo con chi ha più di te o con chi è migliore di te. Quindi ti sentirai sempre inferiore a tutti quanti. Durante la terapia ho quindi imparato a capire prima di tutto che quello che conta è come siamo, non quello che facciamo o quello che abbiamo. Di conseguenza non ha senso paragonarsi con nessuno. Poi ho imparato che l’ansia è una cosa naturale che solitamente come arriva se ne va, e solo se noi le diamo troppa importanza può diventare limitante. L’ansia arriva nelle nostre vite quando abbiamo paura di “perdere” qualcosa, quindi bisogna ascoltarla e cercare di capire se il pericolo sia reale o soltanto una nostra convinzione. Non bisogna catastrofizzare! Ad oggi la mia ansia è diminuita molto e non mi impedisce più di fare le normali attività quotidiane. Sicuramente di strada da fare ancora c’è n’è perché la paura di provare ansia sento che non è andata via completamente ma continuerò ad andare avanti con piena fiducia nel Dott.Mazzani, che ringrazio. Sono felice di aver iniziato questo percorso e consiglio a chiunque ne abbia bisogno di farlo perché la nostra salute deve essere sempre messa al primo posto. Francesco T.

RELAZIONE DI PERCORSO REDATTA Da MARTINA S. RELATIVA ALLA TERAPIA INIZIATA A FINE OTTOBRE 2020. (PAZIENTE AFFETTA DA INSICUREZZA NEL PROPRIO VALORE PERSONALE E DA TRATTI PERFEZIONISTICI) “Ho intrapreso questo percorso in quanto, in un momento particolare come la mia quarantena dovuta a contatto con soggetto positivo al covid, ho sentito salire in me una sensazione di paura e inadeguatezza. Sensazioni che avevo già provato in passato e che erano rimaste latenti per diversi anni. Da esperienze passate so per certo che è meglio affrontare subito questi segnali quindi mi sono rivolta al Dott. Mazzani di orientamento Cognitivo Integrato. Ho iniziato le sedute principalmente per un forte senso di inadeguatezza come madre (ho una bimba di quasi 3 anni). Mi sono ritrovata in situazioni che mi hanno fatto pensare che non fossi abbastanza per lei, che non fossi in grado di proteggerla e crescerla, e che le mie ansie l’avrebbero deviata o comunque l’avrebbero fatta crescere poco serena. Inizialmente non ho sentito una grande empatia con il dottor Mazzani, forse perché la mia precedente esperienza di terapia era stata con una donna molto materna e rassicurante (probabilmente aveva un approccio freudiano) che mi ha aiutata a gestire gli attacchi di panico ma, purtroppo, non a risolvere ciò che c’era alla base. Sono andata avanti in quanto ho pensato che un approccio più diretto mi avrebbe fatto bene e la decisione fu più che saggia. Nelle varie sedute il Dott. Mazzani mi ha messa davanti a delle realtà semplici, ma che io non vedevo, come il rapporto con mia madre. Il suo approccio diretto e a volte esplicito si è rivelato molto incisivo su di me. Ho sempre avuto l’idea di essere una persona indipendente e sicura, mentre ero totalmente schiava del giudizio degli altri, in primis di quello di mia madre. Senza rendermene conto riferivo a lei e a mio marito qualsiasi mio pensiero, azione o decisione. Ogni sera facevo un resoconto dettagliato della mia giornata come a dimostrazione di essere stata “brava”. Come dicevo all’inizio è stato traumatico ritrovarmi così fragile e in certo modo succube, ma è stata proprio questa “scoperta” il punto di partenza per ricostruire la mia autostima. La terapia mi ha aiutata a capire che dietro la mia spasmodica ricerca di perfezione e approvazione altro non c’era che una bambina non completamente accettata. Mia madre non mi ha mai trasmesso l’idea di “andar bene così” ma il contrario. Quello che facevo non era mai abbastanza e i traguardi raggiunti nella vita non mi venivano mai riconosciuti o gratificati. Lei stessa ha un rapporto decisamente malato con sua madre e purtroppo, invece di discostarsi da questo modo di essere genitore, lo ha replicato a suo modo su di me. Ad oggi ho ricostruito, con non poca fatica, la mia visione reale delle cose. Ho imparato a non giustificarmi per ogni cosa, a non riferire a mia madre o mio marito qualsiasi mia azione o decisione. Il dott. Mazzani, mi ha portata a capire che stavo vivendo la mia realtà di adulta, con gli occhi ancora di quella bambina, che doveva dimostrare a sua madre di essere perfetta. Perfezione che non avrei mai raggiunto in quanto impossibile. Ad oggi mia madre non si è nemmeno resa conto di questo mio cambiamento perché in realtà le conferme servivano solo a me. Se mi guardo oggi vedo una persona assolutamente in grado di prendere decisioni in autonomia, in grado di crescere al meglio delle proprie possibilità una figlia e di essere una valida compagna per mio marito. Non mi sento screditata se mia madre non è d’accordo con me e non mi metto in discussione per questo. La mia vita non è senza problemi e la terapia non mi ha insegnato a vedere “tutto rosa” ma ho imparato che ho la forza e le capacità per affrontarla, e che la mia opinione conta e che mi basta. Il rapporto con mia figlia è migliorato, prova del fatto che la mia sicurezza e serenità si trasformano nella sua sicurezza e nella sua serenità e niente mi rende più orgogliosa di questo.” Martina S.